
Sanità in Liberia sull’orlo del baratro per i tagli di Trump
La decisione dell’amministrazione Trump di congelare i fondi dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) sta gettando il sistema sanitario della Liberia in una crisi profonda.
Lo scrive, in un articolo pubblicato sul El Pais, il 7 aprile 2025, la giornalista Graziana Solano, che ha passato mesi in Liberia per realizzare un reportage fra la gente e i problemi della Liberia.
Questo paese subsahariano dipende in modo critico dalla finanzia esterna, che copre il 47% della sua spesa sanitaria, con gli Stati Uniti che erano il maggiore donatore bilaterale.
La sospensione ha bloccato 51 milioni di dollari (46,11 milioni di euro) in sovvenzioni, un colpo devastante per una nazione già vulnerabile e con un sistema sanitario di per sé debole.
Le conseguenze sono evidenti in modo drammatico. La storia di Mustapha Fumba è un esempio lampante: suo figlio, ricoverato all’ospedale J. F. Kennedy di Monrovia, ha ricevuto una diagnosi di tubercolosi extrapolmonare, ma il trattamento è iniziato con quasi due settimane di ritardo.
Il motivo? L’ospedale era del tutto privo di farmaci specifici e persino di test diagnostici. A metà marzo, gli scaffali della farmacia dell’unità di malattie infettive e il magazzino centrale dell’ospedale erano vuoti.
Sebbene i medicinali per la tubercolosi siano forniti dal Fondo Mondiale, la loro distribuzione in Liberia è gestita in esclusiva da USAID.

Foto tratta dal settimanale spagnolo “El Pais” del 7 aprile 2025
Il J. F. Kennedy, considerato l’ospedale di riferimento e simbolo della partnership sanitaria tra Stati Uniti e Liberia fin dalla sua costruzione nel 1961 con un contributo di 18 milioni di dollari dagli USA, ora lotta per sopravvivere.
Solo a fine marzo 2025, in assenza dell’aiuto statunitense, il governo liberiano è riuscito a finanziare un rifornimento parziale temporaneo, garantendo scorte vitali per circa un mese solo in questo ospedale.
Nelle vaste e già fragili zone rurali del paese, la situazione è già al limite, con grandi ospedali che dirottano i pazienti verso il J. F. Kennedy di Monrovia e si assiste già a decessi. Jesse Cole, direttore di DELTA, una ONG liberiana, ha dichiarato che l’effetto sarà “tragico” se il governo non svilupperà una strategia compensativa urgente.
Un’altra grave conseguenza è l’impatto sulla corruzione. Il programma USAID Global Health Supply Chain (Ghsc) in passato ha supervisionato la distribuzione dei farmaci, cercando di mitigare il problema endemico del furto e della rivendita di materiale sanitario.
Senza questa vitale supervisione, si teme che la corruzione si diffonderà e i più poveri dovranno affrontare costi maggiorati per le cure mediche, in un sistema giudiziario anch’esso debole.
Come rivela l’inchiesta giornalistica di Graziana Solano, anche l’occupazione è colpita, con circa 10.000 persone che lavoravano per ONG supportate da USAID licenziate, incidendo in modo grave sui loro redditi e sull’economia generale della Liberia.
La sospensione dell’aiuto USAID è considerata “il colpo di grazia alla catastrofe umanitaria” in Liberia.