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La Liberia non processa i suoi crimini - Graziana Solano - L'Espresso

Liberia, nessun processo ai crimini per le guerre civili

In Liberia continua la persistente impunità per le atrocità delle guerre civili.

Nonostante l’ordine esecutivo del presidente Joseph Boakai, per istituire una Corte speciale sui crimini di guerra, l’iniziativa resta lettera morta.

Lo denuncia l’articolo di Graziana Solano su L’Espresso, del 22 aprile 2025, intitolato, “La Liberia non processa i suoi crimini”.

Nell’articolo, Solano contestualizza il periodo (1989-2003) che causò circa 250.000 morti, in Liberia, con l’inizio della ribellione di Charles Taylor contro il regime di Samuel Doe nel 1989.

La narrazione si concentra sulla testimonianza di Peterson Sonyah, sopravvissuto al massacro della chiesa di St. Peter (1990), dove perse sette familiari.

Rifiutando la vendetta, Sonyah ha fondato la Liberia Massacre Survivors Association nel 2009 per la pace e la giustizia, mantenendo ferma la fiducia nell’istituzione del tribunale, con o senza fondi esteri, nonostante le minacce di Prince Johnson.

Johnson, leader ribelle accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, è morto impunito dopo vent’anni da senatore, simbolo della “pace negativa” e della divisione del Paese.

Il governo liberiano ha persino finanziato i suoi funerali, scrive Solano nell’articolo su L’Espresso.

Alain Werner di Civitas Maxima esprime delusione per la mancanza di volontà politica e di un piano d’azione concreto.

 

La Liberia non processa i suoi crimini - Graziana Solano - L'Espresso

Foto dal settimanale “L’Espresso” del 22 aprile 2025

Nonostante quasi l’80% dei liberiani desideri un tribunale, il governo ha ridotto i fondi stanziati e fatica a ottenere supporto internazionale, aggravato dalla riduzione degli aiuti statunitensi.

Werner sottolinea la mancanza di leadership e risorse come problemi fondamentali.

Infine, l’articolo di Graziana Solano – giornalista siciliana che ha trascorso mesi in Liberia per realizzare una serie di reportage – evidenzia che molte vittime di St. Peter giacciono ancora in fosse comuni e le richieste di riesumazione sono ignorate.

Le azioni del governo, come il voler dare una “degna sepoltura” a Samuel Doe, mostrano un approccio ambivalente alla riconciliazione e alla giustizia.

La Liberia continua, così, a cercare la via per pacificare il suo passato. tormentato.