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Educazione interculturale, mediazione, comunicazione - Photo Mel_88 - Pixabay

Educazione interculturale. Le risposte alla sfide di una società complessa

L’approccio interculturale – e con esso l’educazione e la mediazione interculturale – ci consentono di affrontare in modo efficace e consapevole le sfide poste dalla società contemporanea. Anche quelle più difficili e complesse.
 
Il nostro mondo, come constatiamo ogni giorno, è caratterizzato da una crescente interdipendenza globale, dove le interazioni tra persone di diverse culture sono sempre più frequenti.
 
Questo scenario, se da un lato offre opportunità di crescita e arricchimento, dall’altro presenta sfide complesse che richiedono una comprensione profonda e competenze specifiche.
 
L’internazionalizzazione delle imprese, le migrazioni e la multiculturalità delle società rendono indispensabile la capacità di comunicare efficacemente, gestire i conflitti e promuovere l’integrazione.
 
In un articolo, intitolato Educazione e Pedagogia interculturale, Agostino Portera, ordinario di Pedagogia all’Università di Verona, esplora il significato e l’evoluzione del concetto di educazione interculturale, le sue radici storiche e teoriche, e come possiamo affrontare le sfide del mondo contemporaneo con maggiore consapevolezza.
 

L’evoluzione storica dell’interculturalità

Il concetto di educazione interculturale non è statico – ci avverte Portera nel suo articolo scientifico – ma ha subito un’evoluzione significativa nel tempo.
 
Come evidenzia Portera, le prime riflessioni risalgono alla fine degli anni ’20 negli Stati Uniti, con un approccio iniziale di tipo assimilazionista.
 
In Europa, l’approccio interculturale si è sviluppato a partire dagli anni ’80, in risposta all’aumento dei flussi migratori e alla necessità di gestire la presenza di bambini stranieri nelle scuole.
 
Inizialmente, l’attenzione era focalizzata sull’integrazione (assimilazione) e sul mantenimento del legame con la cultura d’origine. Successivamente, si è compreso che l’approccio multiculturale, che si limitava a riconoscere la coesistenza di diverse culture, non era sufficiente.
 
L’approccio interculturale si è affermato come il più adeguato, riconoscendo la dinamicità delle culture e l’opportunità di crescita derivante dal confronto e dall’interazione.
 

Il significato dell’approccio interculturale

L’educazione e la pedagogia interculturale si riferiscono sia all’azione pratica che alla riflessione teorica sugli interventi educativi, in contesti che sono multietnici e multiculturali.
 
Questi interventi – sottolinea Portera – non si limitano a riconoscere e rispettare le diversità (multiculturalismo), ma mirano a creare un dialogo e un’interazione costruttiva.
 
L’approccio interculturale va oltre la semplice coesistenza pacifica, promuovendo uno scambio attivo e un confronto paritario, senza che i soggetti coinvolti debbano rinunciare a priori alla propria identità culturale.
 
Questo approccio rappresenta un cambiamento di paradigma, considerando l’identità e la cultura come dinamiche e in continua evoluzione. In quest’ottica, le differenze non sono viste come un rischio, ma come un’opportunità di arricchimento personale e collettivo.
 

Le diverse prospettive: Transcultura, Multicultura e Intercultura

È cruciale distinguere tra i concetti di transcultura, multicultura e intercultura per comprendere appieno le sfide e le opportunità del mondo interculturale.
 
Ecco, a seguire, le definizioni che ne dà Portera nel suo articolo scientifico, che puoi leggere in allegato alla fine di questo testo.
 
Transcultura: si basa sull’universalismo filosofico, promuovendo valori universali comuni a tutti gli esseri umani. Tuttavia, questo approccio rischia di non considerare le specificità culturali e di imporre una visione del mondo omogenea.
 
L’enfasi sugli elementi comuni può portare a trascurare i processi di cambiamento e le differenze presenti nella vita culturale concreta, alimentando una pedagogia aculturale o neocolonialista, favorendo l’assimilazione delle minoranze.
 
Multicultura: riconosce la coesistenza di diverse culture, ma può portare a una cultura del “condominio”, mantenendo le culture separate e aumentando stereotipi e pregiudizi.
 
Questa prospettiva, pur riconoscendo il valore della conoscenza e del rispetto dell’alterità, rischia di distanziare ulteriormente, invece di avvicinare, le persone di nazionalità o etnia diversa.
 
Le culture possono essere presentate in modo statico e folcloristico, vincolando le persone a presunte “culture d’origine”.
 
Intercultura: rappresenta un approccio più dinamico e interattivo, basato sul dialogo, il confronto e lo scambio.
 
L’intercultura supera le limitazioni degli approcci precedenti e promuove una “pedagogia dell’essere”, dove al centro c’è la persona umana nella sua interezza, al di là della lingua, della cultura o della religione di appartenenza. L’approccio interculturale considera le differenze come una risorsa.
 

Il ruolo chiave della Pedagogia interculturale

La pedagogia interculturale – spiega Portera, che è direttore del Centro Studi Interculturali – è la disciplina che riflette sull’atto educativo in contesti multiculturali.
 
Si caratterizza per la sua natura teorico-pratica. Il suo obiettivo è non solo conoscere la realtà, ma anche modificarla, fornendo indicazioni concrete per l’intervento educativo.
 
La pedagogia interculturale – specifica Portera – è interdisciplinare, integrando diverse scienze umane per formulare un progetto educativo completo. Essa si pone al di là delle scienze empiriche, includendo problemi e riflessioni circa il dover essere e la trascendenza.
 
La pedagogia interculturale si configura come “pedagogia dell’essere”, ponendo al centro la persona umana nella sua interezza.

Le sfide e le opportunità dell’interculturalità

In un mondo sempre più complesso e interconnesso – sottolinea Portera – le competenze interculturali sono essenziali in vari ambiti professionali.

L’approccio interculturale è la risposta pedagogica più idonea alla nuova situazione globale
. È fondamentale promuovere una forma mentis interculturale, includendo questa prospettiva all’interno di ogni disciplina e attività.
 
La sfida principale è quella di superare le strategie educative a carattere compensatorio, dove l’emigrazione e la vita in un contesto multiculturale erano intesi solo come un rischio di disagio.
 
L’opportunità è quella di considerare l’incontro con la persona straniera come un’occasione di confronto e di riflessione sui valori, le regole e i comportamenti.

Verso una società interculturale

La pedagogia interculturale, che considera la diversità come un valore, è chiamata a comunicare e condividere aspetti teorici positivi con altre discipline. È necessario un confronto internazionale per giungere a una terminologia condivisa.
 
È così indispensabile investire sull’educazione e sulla pedagogia, declinandoli in maniera interculturale. L’obiettivo è costruire una società in cui le differenze siano riconosciute come una risorsa e non come un ostacolo.
 
Comprendere e agire con un approccio interculturale richiede un impegno costante e una profonda riflessione. È fondamentale superare gli approcci statici e unidimensionali e adottare una prospettiva dinamica e interattiva che valorizzi il dialogo, lo scambio e il confronto tra culture.
 
L’educazione interculturale – ci dice così Portera – non è un semplice adattamento alla realtà esistente, ma un processo di trasformazione che mira a costruire una società più giusta, inclusiva e pacifica.
 
Questo approccio permette di navigare le complessità del mondo contemporaneo con maggiore consapevolezza. E consente di contribuire attivamente alla costruzione di un futuro più equo per tutti.
 
 
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* Foto di copertina di mel_88 da Pixabay