Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up
Competenze Interculturali, Cooperative Learning - Marta Milani - Pedagogia - Foto di StockSnap da Pixabay - people-2569234_1280

Competenze interculturali e Cooperative Learning

Muri, guerre, odio verso il nemico. Il nostro tempo ci pone di fronte a un contesto sociale, politico e internazionale impegnativo.

In un mondo che è sempre più segnato da crisi della democrazia, movimenti di popolazioni e sfide globali, la scuola si trova così al centro di un bivio decisivo: diventare un baluardo per la costruzione di una società inclusiva; oppure rimanere un riflesso delle tensioni esistenti.

L’articolo scientifico “Teorie e pratiche dell’inclusione: il ruolo del Cooperative Learning nella promozione della competenza interculturale” di Marta Milani, pubblicato sulla rivista Pedagogia più Didattica, esplora come specifiche metodologie didattiche possano trasformare l’aula in un laboratorio di convivenza e dialogo.

In particolare, emerge come il Cooperative Learning, o apprendimento cooperativo, non sia solo una strategia didattica efficace, ma un vero e proprio volano per lo sviluppo di competenze interculturali fondamentali per i cittadini di domani.

Competenza Interculturale: un mosaico di saperi

Prima di analizzare il metodo, è essenziale comprendere cosa si intende per competenza interculturale.

L’articolo di Marta Milani, che fa parte del Centro Studi Interculturali – Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi di Verona, approfondisce questo aspetto fondamentale.

Non si tratta di un’abilità singola, ma di un complesso dinamico di conoscenze, attitudini e abilità che permette a un individuo di agire in modo efficace e appropriato in contesti multiculturali.

Questa competenza si articola in diverse componenti interconnesse:

  1. Attivazione cognitiva: questa dimensione riguarda la capacità di utilizzare le proprie risorse cognitive per interpretare informazioni nuove e complesse. Non basta accumulare nozioni sulle altre culture: è necessario sviluppare un pensiero critico, essere consapevoli della diversità e dell’ambiguità delle situazioni interculturali; e comprendere le diverse prospettive culturali. La conoscenza interculturale implica la comprensione delle dinamiche di interazione sia a livello micro (interpersonale), che a livello macro (sociale e istituzionale).
  2. Abilità e comportamento: la competenza non può rimanere soltanto teorica. Deve tradursi nella capacità concreta di interagire, acquisire nuove informazioni e adattare il proprio comportamento in situazioni reali. Ciò include anche abilità metacognitive, come la capacità di riflettere in modo critico sulle proprie azioni e strategie di apprendimento, per valutarne l’efficacia e modificarle quando necessario.
  3. Componente emotivab: le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell’interazione interculturale. Saper gestire le proprie reazioni emotive e comprendere quelle altrui è cruciale per un’interazione proficua. La competenza interculturale richiede sensibilità, curiosità, apertura verso l’altro e la volontà di mettersi in gioco, andando oltre i pregiudizi e le semplificazioni. È un’attitudine che riconosce la dignità e il diritto inalienabile di ogni persona a mantenere le proprie convinzioni, promuovendo al contempo una consapevolezza critica del modo in cui percepiamo il mondo.

L’interazione con l’Altro, quando avviene in un contesto di parità e collaborazione, diventa un potente motore per lo sviluppo della competenza interculturale, in grado di trasformare in positivo anche eventuali pregiudizi preesistenti.

Il Cooperative Learning come contesto ideale

L’apprendimento cooperativo si rivela uno strumento adatto a coltivare queste competenze.

A differenza dei metodi trasmissivi tradizionali, il Cooperative Learning si fonda sull’interdipendenza positiva tra gli studenti, che lavorano insieme in piccoli gruppi per raggiungere un obiettivo comune.

Questo approccio trasforma l’aula in uno spazio pubblico in cui gli studenti diventano partecipanti attivi del loro processo di apprendimento.

L’articolo di Marta Milani – professoressa associata di Pedagogia Generale e Sociale all’Università degli Studi di Verona – delinea cinque pilastri fondamentali del Cooperative Learning che sono funzionali allo sviluppo interculturale:

  1. Interdipendenza positiva: gli studenti capiscono di poter avere successo solo se anche i loro compagni lo hanno. Questo principio scardina la logica competitiva e individualistica, favorendo la collaborazione. L’abilità di integrare punti di vista diversi per raggiungere una comprensione più profonda è al centro di questo processo, che getta le basi per la fiducia reciproca.
  2. Interazione faccia a faccia promozionale: la stretta collaborazione fisica ed emotiva è essenziale. L’attivazione di emozioni positive – e la creazione di un clima di fiducia – sono fondamentali per costruire legami autentici. L’etica del “dare e ricevere” diventa centrale: per essere accettati, bisogna prima accettare l’altro nella sua radicale alterità.
  3. Responsabilità individuale e di gruppo: ogni membro del gruppo è responsabile sia del proprio apprendimento sia di quello degli altri. Questo senso di responsabilità condivisa rafforza i legami sociali; e incoraggia l’impegno reciproco, combattendo la tendenza all’isolamento.
  4. Uso appropriato delle abilità sociali: l’apprendimento cooperativo non dà per scontate le abilità sociali, ma le insegna in modo esplicito. Competenze come la gestione dei conflitti, la comunicazione efficace, l’empatia e il rispetto reciproco sono considerate fondamentali per il successo del gruppo. Il riconoscimento dell’Altro come individuo unico e irripetibile è un presupposto essenziale.
  5. Valutazione e revisione del lavoro di gruppo (Group Processing): i gruppi sono chiamati a riflettere di continuo sul loro funzionamento, valutando cosa funziona e cosa può essere migliorato. Questo processo di autovalutazione (assessment) è cruciale: permette di rendere esplicite le dinamiche relazionali e di affinare le strategie collaborative, trasformando l’esperienza in un’occasione di apprendimento consapevole.

Educare alla complessità

L’articolo di Marta Milani – che è docente nel Master in Intercultural Competence and Management – Mediazione interculturale, Comunicazione e Gestione dei Conflitti all’Università di Verona – prosegue con un approfondimento del Cooperative Learning. 

Il Cooperative Learning non è una semplice tecnica didattica, ma un approccio pedagogico olistico che vede nell’apprendimento un processo intrinsecamente sociale e relazionale.

Promuovendo un’interazione strutturata, intenzionale e riflessiva, esso crea le condizioni ideali per far emergere e sviluppare la competenza interculturale in tutte le sue sfaccettature: cognitiva, comportamentale ed emotiva.

In un’epoca che richiede la capacità di navigare la complessità e di costruire ponti anziché muri, la scuola ha la responsabilità di fornire strumenti adeguati.

L’apprendimento cooperativo rappresenta una risposta concreta e potente, in grado di trasformare le differenze da ostacolo a risorsa, educando gli studenti non solo a “sapere”, ma a “saper essere” e “saper vivere insieme”.

Investire in queste pratiche significa investire nel futuro di una società più giusta, inclusiva e democratica.

Articolo editato a cura di Maurizio F. Corte

Iscriviti alla nostra newsletter