- Arti performative inclusive e competenze interculturali

Arti performative inclusive e competenze interculturali

Il report Inclusive Arts Community of Practice and Beliefs esplora come la competenza interculturale e transculturale (ITC) venga compresa, negoziata e messa in atto nelle arti performative inclusive, quando esperienze vissute, differenze culturali e vincoli istituzionali si intersecano.

Sviluppato nell’ambito del progetto europeo INTRACOMP – Intercultural and Transcultural Competence, lo studio – coordinato dall’Università di Verona in collaborazione con In Place of War – coinvolge sei organizzazioni partner in Europa e nel Pacifico: Divadlo Bez Domova (Slovacchia), Associazione Multiculturale Sutta Scupa (Italia), Institute of Papua New Guinea Studies (Papua Nuova Guinea), LATRA (Grecia), Kulturanova (Serbia) e Pro Progressione (Ungheria).

Attraverso un approccio post-qualitativo e narrativo, la ricerca valorizza un sapere situato, relazionale e incarnato, privilegiando il dialogo con i professionisti coinvolti rispetto a modelli di competenza di tipo tecnocratico o psicologico.

Le attività, basate su osservazioni, interviste narrative e metodi ispirati alla biografia collettiva, hanno permesso di esplorare come le pratiche artistiche possano diventare spazi di negoziazione culturale, etica e politica.

I risultati mostrano che l’ITC non è un insieme di abilità trasferibili o standardizzabili, ma una pratica generativa e situata, continuamente negoziata nei contesti locali.

Le sei esperienze analizzate mettono in evidenza ambiti ricorrenti di sperimentazione, come l’autorialità e la rappresentazione, la legittimità e il valore culturale, la continuità e l’appartenenza, la cura e la reciprocità, la negoziazione istituzionale e politica, che rivelano insieme le tensioni strutturali e le potenzialità trasformative delle pratiche interculturali.

Lo studio si rivolge a operatori culturali, artisti, educatori e policy maker interessati a promuovere pratiche di collaborazione interculturale fondate sulla cura, la riflessività e la democrazia culturale.

Le riflessioni emerse orientano la prossima fase del progetto INTRACOMP, che prevede interventi creativi co-progettati come veri e propri laboratori di competenza interculturale, e lo sviluppo di un quadro teorico-pratico flessibile per sostenere la collaborazione tra comunità, istituzioni e politiche culturali.

“In molti dei contesti coinvolti, la competenza interculturale non nasce dall’armonia, ma dal confronto con l’asimmetria e la precarietà”, osserva Emanuela Piccolo, project manager del progetto Intracomp. “Le pratiche artistiche diventano allora uno spazio di negoziazione, dove si sperimentano nuove forme di solidarietà, ma anche nuovi modi di stare nel conflitto senza eliminarlo.”

“Parlare di interculturalità attraverso le arti significa riconoscere che la competenza non è mai definitiva, ma continuamente messa alla prova dalle relazioni, dalle  istituzioni e dalle politiche”, sottolinea la professoressa Marta Milani, responsabile scientifica del progetto. “È proprio in questa dimensione di instabilità che può emergere un sapere condiviso, non come tecnica, ma come forma di cura e responsabilità collettiva”.

LINK ALLA PUBBLICAZIONE
D4.1 – Inclusive arts CoP and beliefs: Performing Difference, Practising Democracy: Autrici: Marta Milani, Emanuela Piccolo, Sara Salmi, Martina Guerinoni e Teresa Ó Brádaigh Bean (IPOW).

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