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Omicidio Charlie Kirk - Mass Media - Social Media - Teorie dei Media - Photo Carlynn-Alarid-_xJqCQgkpLc-Unsplash

Charlie Kirk e la rappresentazione dei media

L’omicidio del giovane leader conservatore, Charlie Kirk, in un’università dello Utah (Stati Uniti), ha portato sui social media italiani un fiorire di interventi di presunti esperti di politica. Di censori delle libere convinzioni. E di opinionisti del tutto.

Come sempre accade nel caso dell’uccisione di una figura carismatica, i social media hanno dato fiato alla polarizzazione tra le diverse posizioni sul delitto.

Vi è chi ha citato, senza alcuna pietà umana verso la vittima, il famoso detto “chi semina vento raccoglie tempesta”.

Charlie Kirk, infatti, aveva affermato che il diritto al possesso e all’uso privato delle armi, garantito dalla Costituzione Usa, comportava il dover accettare che vi fossero sparatorie e vittime di fucili e pistole.

Vi è, dall’altra parte, chi ha attribuito alla Sinistra – senza specificare in modo esatto quale esponente della Sinistra – la responsabilità morale e politica di un omicidio realizzato da un giovane, Tyler Robinson, 22 anni, di cui debbono essere approfondite le collocazioni ideologiche.

Nel trattare dell’assassinio di Kirk, poi, i media italiani non hanno tenuto in alcun conto degli altri omicidi e attentati politici – molti ad esponenti democratici statunitensi – che si sono registrati negli ultimi mesi negli Usa.

Non è stata, insomma, né tematizzata la violenza politica negli Usa; né l’abuso delle armi e i rischi legati all’ideologia dell’impiego scriteriato di fucili e pistole.

Sul magazine dell’associazione ProsMedia possiamo leggere – con spirito critico – la posizione che i media italiani hanno assunto sull’assassinio di Charlie Kirk.

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